Patate e funghi? sì ma Finger food
Ve la anticipo qui, perchè è troppo bella. Anzi, no: bella, non lo è per niente o quanto meno non o è stata per noi che, tanto per cambiare, ci eravamo in mezzo. Però, è così "singolare" che temo che per un bel po' di tempo mi sarà impossibile parlare di funghi senza associarli a questo episodio.
Dunque, non so se vi ho mai raccontato che a mio marito piace andar per funghi. Ci va sempre meno spesso, purtroppo, perchè è oberato dal peso del lavoro ( e dell'età e di tutto il resto), ma appena arriva la stagione, se ha un momento libero, prende un bastone, infila gli stivali e parte. In più, la casa di famiglia dei miei suoceri è in un bosco dove nascono quasi solo porcini: e quindi, ogni volta che si avventurano oltre la prima linea degli alberi, possiamo star certi di una cosa: che se mai ci saranno dei funghi, a riempire i cestini, questi saranno solo dei "neri"
Grosso modo a tre quarti della vacanza scozzese, mentre stavamo scendendo lungo le Highlands, ci siamo avventurari in una delle tante stradine panoramiche che costeggiano i laghi. Il percorso si allungava e ci si perdeva in comodità, ma la bellezza del paesaggio circostante valeva la pena di sobbarcarsi il disagio dei km in più e dei sobbalzia alla schiena. Al solito, il rituale era lo stesso: macchina di traverso sul ciglio della strada, con me a sorvegliare che non fosse di intralcio e il marito e la figlia in giro a far foto.
Quel giorno lì, però, la creatura non si era voluta spostare di un millimetro dal sedile posteriore, complice il libro che stava leggendo e così eravamo rimaste in due ad aspettare il ritorno di Giulio. Che però non arrivava.
"Come mai ci mette tanto?" mi chiedevo, mentre davanti a me sfilavano immagini di cadaveri portati via dalla corrente o straziati da cervi inferociti. E siccome di natura sono ansiosa e mia figlia non mi degnava di una risposta, ho deciso di scendere e di andare a cercarlo.
"Porciniiiiiiiiiiiiiiiii" l'ho sentito urlare da lontano "prendi un sacchetto e vienimi incontro, che c'è pieno di funghi!"
Detto fatto: mi armo di sacchetto (Walkers, quello degli Shortbread) e lo raggiungo. non prima però di essermi inciampata in tre esemplari, l'uno più bello dell'altro, proprio lì sul ciglio della strada.
" E ora?" gli chiedo, mentre ci dirigiamo a sud. "cosa ne facciamo?"
"Niente: li diamo alla signora del B&B e le chiediamo di prepararcene un po' per domani. Il resto, se li tiene"
Ora, non so voi ma se c'è una cosa a cui non so resistere è il profumo dei funghi. Fatemi assaggiare qualcosa- qualsiasi cosa- che abbia questo profumo e potete star certi che lo mangerò, senza esitazioni. E quindi, vi lascio immaginare in che condizioni siamo arrivati al B&B, affamati come lupi e levando in alto il sacchetto, a mo' di offerta votiva.
"Poison". La signora sembra uscita da un fumetto. Ha i capelli lunghi e ricci, gli occhialini tondi e il naso in su, un camicione a fiori e i sandali senza calze. Mentre scaricavamo i bagagli ci ha fatto una testa così sulla sicurezza, le uscite antincendio e l'uso dei saliscendi delle porte, ripetendo che, se altrove fumare è un divieto, lì è un peccato (a pity) e pure mortale (deadly pity) e ora, davanti ai nostri porcini, ha lo sgurdo incrollabile di chi sa di essere nel giusto.
"Sono velenosi"
Il marito strabuzza gli occhi, poi li fissa prima sui finghi e poi su di lei. E comincia a spiegarle che questi sono porcini, altrimenti detti Boleti non so come, che in casa loro li raccolgono da una vita, che sua madre è una botanica, che lui li ha bevuti nel latte e ogni altra argomentazione per strapparle un sì
Ma quella, non cede di un millimetro, anzi
"Poison, Deadly poison".
E così, ci siamo rassegnati. Immobili, senza colpo ferire, abbiamo assistito al rito della spazzatura, con la tipa che prendeva il sacchetto, lo teneva accuratamente lontano da sè e lo faceva cadere nel bidone della rumenta, chiudendo subito il coperchio. Ma se vi dico che, al mattino dopo, davanti a quella poltiglia limacciosa che fa acqua da tutte le parti e che loro chiamano "mushroom" ci siam quasi messi a piangere, mi credete o no???
Grosso modo a tre quarti della vacanza scozzese, mentre stavamo scendendo lungo le Highlands, ci siamo avventurari in una delle tante stradine panoramiche che costeggiano i laghi. Il percorso si allungava e ci si perdeva in comodità, ma la bellezza del paesaggio circostante valeva la pena di sobbarcarsi il disagio dei km in più e dei sobbalzia alla schiena. Al solito, il rituale era lo stesso: macchina di traverso sul ciglio della strada, con me a sorvegliare che non fosse di intralcio e il marito e la figlia in giro a far foto.
Quel giorno lì, però, la creatura non si era voluta spostare di un millimetro dal sedile posteriore, complice il libro che stava leggendo e così eravamo rimaste in due ad aspettare il ritorno di Giulio. Che però non arrivava.
"Come mai ci mette tanto?" mi chiedevo, mentre davanti a me sfilavano immagini di cadaveri portati via dalla corrente o straziati da cervi inferociti. E siccome di natura sono ansiosa e mia figlia non mi degnava di una risposta, ho deciso di scendere e di andare a cercarlo.
"Porciniiiiiiiiiiiiiiiii" l'ho sentito urlare da lontano "prendi un sacchetto e vienimi incontro, che c'è pieno di funghi!"
Detto fatto: mi armo di sacchetto (Walkers, quello degli Shortbread) e lo raggiungo. non prima però di essermi inciampata in tre esemplari, l'uno più bello dell'altro, proprio lì sul ciglio della strada.
" E ora?" gli chiedo, mentre ci dirigiamo a sud. "cosa ne facciamo?"
"Niente: li diamo alla signora del B&B e le chiediamo di prepararcene un po' per domani. Il resto, se li tiene"
Ora, non so voi ma se c'è una cosa a cui non so resistere è il profumo dei funghi. Fatemi assaggiare qualcosa- qualsiasi cosa- che abbia questo profumo e potete star certi che lo mangerò, senza esitazioni. E quindi, vi lascio immaginare in che condizioni siamo arrivati al B&B, affamati come lupi e levando in alto il sacchetto, a mo' di offerta votiva.
"Poison". La signora sembra uscita da un fumetto. Ha i capelli lunghi e ricci, gli occhialini tondi e il naso in su, un camicione a fiori e i sandali senza calze. Mentre scaricavamo i bagagli ci ha fatto una testa così sulla sicurezza, le uscite antincendio e l'uso dei saliscendi delle porte, ripetendo che, se altrove fumare è un divieto, lì è un peccato (a pity) e pure mortale (deadly pity) e ora, davanti ai nostri porcini, ha lo sgurdo incrollabile di chi sa di essere nel giusto.
"Sono velenosi"
Il marito strabuzza gli occhi, poi li fissa prima sui finghi e poi su di lei. E comincia a spiegarle che questi sono porcini, altrimenti detti Boleti non so come, che in casa loro li raccolgono da una vita, che sua madre è una botanica, che lui li ha bevuti nel latte e ogni altra argomentazione per strapparle un sì
Ma quella, non cede di un millimetro, anzi
"Poison, Deadly poison".
E così, ci siamo rassegnati. Immobili, senza colpo ferire, abbiamo assistito al rito della spazzatura, con la tipa che prendeva il sacchetto, lo teneva accuratamente lontano da sè e lo faceva cadere nel bidone della rumenta, chiudendo subito il coperchio. Ma se vi dico che, al mattino dopo, davanti a quella poltiglia limacciosa che fa acqua da tutte le parti e che loro chiamano "mushroom" ci siam quasi messi a piangere, mi credete o no???
CESTINI DI PATATE CON CREMA DI PORCINI E ROSMARINO
da Easy Finger , di Sigrid Verbert
da Easy Finger , di Sigrid Verbert
Ideona/ina della Cavoletto per far fuori anche gli ultimi gambi del bottino dei suoceri, dopo averli mangiati fritti, nel sugo e con le patate- e stasera ci aspetta un risotto. Ieri, però, mi erano rimaste fuori dalla teglia alcune patate e così ho recuperato questa ricetta veloce, ottimo finger food da aperitivo autunnale
Per una ventina di cestini
4 piccole patate
4 porcini (io ho usato una decina di gambi)
50 g di ricotta
1 rametto di rosmarino (prezzemolo, nel mio caso)
1 dl di olio d'oliva
1 spicchio d'aglio
Versare l'olio in un pentolini, aggiungere il rosmarino, far scaldare leggermente, spegnere e far riposare per 20 minuti
(ho omesso tutto questo procedimento, perchè, come ho detto, ho usato il prezzemolo)
Intanto, pulire i funghi, tagliarli a pezzi e saltarli in padella con un filo d'olio, l'aglio in camicia e il rosmarino. Eliminare l'aglio, frullare i porcini con la ricotta, salare e pepare. Sbucciare le patate e tagliarle a fettine sottili. Eliminare il rosmarino e spennellare ogni fettina di patate con l'olio, prima di sistemarle, 4 o 5 alla volta, disposte a fiore, in stamppini per mini crostate (ho usato quelli per le mini quiches). Infornare a 180 gradi per una decina di minuti (nel mio forno, anche 5). Sfornare i cestini, lasciare intiepidire e guarnirli con la crema di porcini.
Ci vediamo stasera, per la Scozia
ciao
ale
Per una ventina di cestini
4 piccole patate
4 porcini (io ho usato una decina di gambi)
50 g di ricotta
1 rametto di rosmarino (prezzemolo, nel mio caso)
1 dl di olio d'oliva
1 spicchio d'aglio
Versare l'olio in un pentolini, aggiungere il rosmarino, far scaldare leggermente, spegnere e far riposare per 20 minuti
(ho omesso tutto questo procedimento, perchè, come ho detto, ho usato il prezzemolo)
Intanto, pulire i funghi, tagliarli a pezzi e saltarli in padella con un filo d'olio, l'aglio in camicia e il rosmarino. Eliminare l'aglio, frullare i porcini con la ricotta, salare e pepare. Sbucciare le patate e tagliarle a fettine sottili. Eliminare il rosmarino e spennellare ogni fettina di patate con l'olio, prima di sistemarle, 4 o 5 alla volta, disposte a fiore, in stamppini per mini crostate (ho usato quelli per le mini quiches). Infornare a 180 gradi per una decina di minuti (nel mio forno, anche 5). Sfornare i cestini, lasciare intiepidire e guarnirli con la crema di porcini.
Ci vediamo stasera, per la Scozia
ciao
ale