MT Book Club- Bel Ami (capp. 1-8)
Un book club condensato, visto che la scorsa volta ho saltato l'appuntamento, convinta che fosse ancora mercoledì. Ma un book club che si potrebbe anche espandere oltre il limite stablito, visto che non sono riuscita a mantenermi fedele alla scansione e mi son lasciata rapire dalla lettura, in un flusso continuo che si è concluso solo all'ultima pagina, all'ultima riga.
Esattamente come mi era successo ai tempi del liceo, quando lessi per la prima e unica volta questo romanzo, insieme a quelli degli altri grandi romanzieri francesi della seconda metà dell'Ottocento. Già allora, fu quello che più mi coinvolse. Ma da allora non lo avevo più riletto , ma il mare di ricordi e di emozioni che ha evocato il riprendere in mano lo stesso libro di allora (una vecchia edizione Garzanti, in brossura), si è arenato alle prime righe della storia, travolti da uno degli incipit più immediati e coinvolgenti di tutta la storia della letteratura.
Bastano le prime righe, infatti- e si è già a Parigi. La Parigi industriale e fumosa della seconda rivoluzione industriale, teatro di ricchezze improvvise e per questo ostentate, di speculazioni, di azzardi, di codici d'onore calpestati nella fretta di scalare le vette della buona società, fatta di uomini cinici e di donne frivole, tutti esponenti di quella classe borghese contro le cui debolezze gli artisti di questo periodo consumano le loro penne e i loro strali.
Fra loro c'è Georges Duroy, un ex soldato della Normandia, la cui impresa più memorabile è stato un omicidio plurimo di guardiani di bestie, per impadronirsi di cibo, arrivato a Parigi in cerca di fortuna e finito a tirare la cinghia, col misero stipendio di un impiegatucolo delle ferrovie, costretto a vivere in una squallida camera ammobiliata, in un quartiere povero, sporco e rumoroso. Dalla sua, ha la bellezza, il portamento fiero, un paio di baffi biondi naturalmente arricciati e un'ambizione sfrenata, che cresce pagina dopo pagina, facendo di lui un indimenticabile antieroe.
Da qui in poi, vado veloce, ma mi riprometto di tornare sull'argomento. Di Georges Duroy è stato detto di tutto e di più: cinico, arrampicatore, ambizioso, spregiudicato, incapace di riconoscenza, manipolatore, avido e persino disonesto. Tutti aspetti di una personalità che si sviluppano di pari passo con la storia, a mano a mano che al giovane si aprono nuove strade e nuove possibilità. In questo senso, Maupassant si conferma grande scrittore del suo tempo e di quella corrente naturalistica di cui è uno dei principali esponenti, consegnandoci un ritratto pisicologico di rara profondità, che coglie in ogni sfumatura tutte le tappe di una compiuta formazione.
La Parigi dei giornali, degli scandali politici, degli adulteri che si consumano sotto gli occhi di mariti e mogli indifferenti o addirittura complici è lo sfondo connaturato allo sviluppo della storia e della personalità di Georges Duroy che troverà proprio nei risvolti più sordidi di questo ambiente la spinta a proseguire lungo la strada della scaltrezza, del cinismo, dell'arrampicata sociale, sordo ai lamenti delle vittime della sua ambizione e delle sue manipolazioni, in un modo totale, pieno ed assoluto, che gli conferisce una dimensione eroica, per quanto col segno meno davanti.
a voi
ale