Il Ratafià all'uva fragola e il Ratafià alle ciliegie nere
...che intanto, qui sopra, ormai dovreste esservi abituati a tutto, no? quindi, cosa volete che vi scombussoli, una ricetta solo annunciata, che arriverà nel pomeriggio, quando prevedo che riuscirò a trovare i 10 minuti di tempo che mi servono per recuperarla?
Siamo stanche, diciamocelo.
E l'inquadratura storta della foto è l'emblema più immediato di come ci sentiamo: una sorta di barcollo ma non mollo- anche se il desiderio di staccare è più forte che gli scorsi anni.
Io devo arrivare al 31 luglio. Niente ferie, fino a quella data- e una concentrazione di cose da fare che neanche nei peggiori incubi. Di sicuro, fra qualche anno sarò una donna felice e soddisfatta, ma in questo momento sono solo sull'orlo di una crisi di nervi: avete presente come ci si sente, quando si deve ristrutturare una casa? Ecco: moltiplicatelo per due. Perchè dopo anni di assoluta tranquillità su questo fronte, ecco che son spuntate prima una casa in campagna e poi una in città, ovviamente nello stesso momento, ovviamente con le stesse magagne, ovviamente con la stessa urgenza. E ovviamente a ridosso di agosto- e di un agosto che non ha nulla di diverso dagli agosti degli anni passati, quando la crisi era un ricordo d'infanzia, scacciato via a colpi di tintarella su lidi esotici e di massaggi in beauty farm.
Provate a trattare con un'impresa edile, per esempio, che sostiene che i lavori si fermano il 15 luglio,"perchè poi c'è agosto e andiamo il ferie"; provate a ordinare dei mobili, in negozi specializzati in consegne più veloci della luce, dove però la fornitura elettrica si interrompe il 30 giugno, "perchè poi c'è agosto e andiamo in ferie"; provate a parlare con un notaio, con un funzionario di banca, con un addetto agli sportelli del gas a luglio- dimenticandovi preventivamente che se siete lì è solo per farvi prosciugare di ogni risorsa, da quelle dl portafoglio a quelle del sistema nervoso. Tutti vi diranno la stessa cosa: che domani è agosto, anzi, forse lo era già ieri- e colpa vostra, se non ve ne siete accorti...
RATAFIA' DI CILIEGIE NERE
Quello che vedete nella foto è un ratafià da strapparsi le vene, che mi è stato dato da mia suocera e che, in totale buona fede da parte mia, è stato fotografato con accanto delle ciliegie, perchè di ciliegia pensavo fosse quel sapore intenso, aromatico, rotondo che si avverte al primo sorso e si trasforma in un gradevole retrogusto poi. In realtà, è uva fragola, unita ad altri ingredienti che, come vi dicevo, non ho sottomano. Nello stesso tempo, se non faccio così, non posto più ricette: e visto che quest'anno ho dovuto rinunciare a una sfilza di piatti favolosi, tutti "colpevoli" di essere finiti fuori stagione, provo a giocar d'anticipo e a far leva sul mix che più mi condanna- il senso del dovere e quello di colpa.
E giusto per iniziare a metterli a tacere, vi lascio la ricetta del mio quarto piemontese, una roba antica e con dosi a occhio, di quando ancora le bilance di precisione non c'erano, ma si suppliva con sguardi attenti, mani d'oro e palati fini...
1 kg di ciliegie nere selvatiche
2 litri di vino rosso
1/2 kg di zucchero
1/2 l di alcool a 90 gradi
Lavare le cicliegie, snocciolarle, tenere da parte qualche nocciolo e mettere in infusione nel vino per 40 giorni, in barattoli chiusi, lasciandoli al sole di giorno e ritirandoli la sera.
I noccioli andrebbero pestati e messi anch'essi in infusione, in un po' di vino, per altrettanto tempo. Volendo, potete anche metterli insieme alle ciliegie, ma la procedura corretta è la seconda
Trascorsi i 40 giorni, preparate uno sciroppo di zucchero, fatelo raffreddare bene e unitelo all'alcool. Lasciate riposare anche questo, per qualche giorno (i puristi fanno passare un altro mese): poi filtrate il succo delle ciliegie, aggiungetevi l'alcool con lo zucchero, mescolate il tutto e versate in bottiglie di vetro pulitissime. Tappatele bene e lasciate riposare in luogo fresco per un altro mese, prima di consumarlo.
Oggi pomeriggio, il ratafià della suocera
RATAFIA' DELLA SUOCERA ALL'UVA FRAGOLA
300 ML H 0 (GIURO!!!!!! mica da tutti, averci la suocera con laurea in chimica)
2
ricomincio
300 ml di acqua
500 ml di alcool a 95 gradi
1 stecca di cannella e mezzo cucchiaino di cannella in polvere
2-3 chiodi di garofano
500 g di uva fragola
500 g di zucchero
Lavare ed asciugare l'uva, schiacciarla un po' e metterla in un vaso a chiusura ermetica con 200 g di zucchero. Coprire con l'alcool, girarla due volte e lasciarla macerare per un mese al buio
Dopo un mese, sciogliere il restante zucchero in acqua, farlo bollire per 2 minuti e una volta raffreddato unirlo al liquore, ottenuto filtrando bene il composto alcolico attraverso un panno di cotone.
Lasciar riposare per 10 giorni al buio in bottiglie ben chiuse.
sin qui la suocera- e ora parto io con la preghiera: fatelo, fatelo, fatelo...
ciao
ale