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Chiedo venia: sono a pagina 120 e qualcosa, troppo poche per poter improvvisare una recensione, ma tante a sufficienza per potervi promettere che domani sera sono qui a raccontarvi le mie impressioni su un libro che, sinora, mi sta piacendo. Lascio quindi lo spazio di tutto il salotto alla rece di Mario , dettagliata, puntuale e pungente, come suo solito- e alle vostre, a seguire. Domani, "seguirà dibattito" ciao Ale "Libro di ampio respiro e dalla lettura non immediata. Probabilmente avrei dovuto... Continua a leggere...»

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Lore Segal, Shakespeare's Kitchen Cargo Edizioni 235 p. 17, 50 euro Motivi 1. Il titolo, ovviamente. Dove c'è "cucina" c'è pane per i miei denti, musica per le mie orecchie, profumo per il mio olfatto e tranello per il mio portafoglio. Non ci sono ricette, però- e questo, al giorno d'oggi, è un pregio- ma solo un'ambientazione, uno scenario che fa da sfondo a tante vite che si incontrano qui, nella cucina degli Shakespeare, dove ognuno arriva con le proprie esperienze ed il proprio vissuto. Non una,... Continua a leggere...»

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Un salotto a due voci più una- la mia, quella di Mario e quella di Emmetì, che, ligia alle consegne, ha lasciato il suo commento nel post di presentazione di Al Paese dei Libri di Paul Collins: ve li leggete di fila, qui sotto, in attesa di tutti gli altri. Ben ritrovati Ale Confesso: per i tre quarti del libro, non riuscivo a evitare di ripetermi che avevo per le mani qualcosa di delizioso. Delizioso, delizioso, assolutamente delizioso. Davvero, non trovavo un aggettivo più adatto a definire la... Continua a leggere...»

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Ok, confesso: ho un po' barato. Giuro su tutti i tomi della biblioteca di Alessandria che l'ho fatto solo per spirito di altruismo e di sacrificio e che ero in assoluta buona fede, però ho barato sul serio, contravvenendo alla prima ed unica regola di questo appuntamento, che vuole che nessuno, a cominciare dalla sottoscritta, abbia la benchè minima conoscenza del libro da proporre: ma dopo che ho letto le prime righe di questo romanzo, ho iniziato a pensare che potesse essere perfetto per le nostre... Continua a leggere...»

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Se volete, vi dico che ho scelto questo libro per il titolo. Oppure per la casa editrice Oppure per la copertina Oppure perchè il NY Times lo definisce "uno straordinario bestseller su cibo, amore e rapporto madre-figlia" Però, non so se ci credereste: perchè il titolo è di quelli che mi fan venire l'orticaria, la casa editrice è sì fra le migliori che conosca, ma ogni tanto su 'sti titoli toppa alla grande (L'Ultimo Chef Cinese, Caffè Babilonia, La Maga delle Spezie, tanto per dire i primi tre che... Continua a leggere...»

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Passare dall'ultima riga di un libro alla prima di un post non è sempre positivo, per chi lo deve recensire: non sempre, cioè, il flusso delle emozioni non ancora decantate è garanzia di un giudizio completo, equilibrato, rispettoso dell'opera e del sentire del lettore. E meno che mai lo è se il libro in questione è La Cena di Koch, che è un'opera devastante, sotto ogni aspetto: nel contenuto e nel messaggio, anzitutto, sorretti da una scrittura che, dalla metà del racconto in poi, si libera dela... Continua a leggere...»

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Herman Koch, La Cena "Troppo amore non fa bene ai figli... Un thriller senza respiro, dove nessuno è innocente" (Niccolò Ammaniti) Questo è quello che recita la fascetta sulla copertina della copia che ho comprato l'altro giorno, subito sotto il giubilante "due edizioni in una settimana". Il che, su menuturistico, è di solito foriero di sventura, per cui confesso che ci ho pensato parecchio, prima di proporlo come testo da leggere insieme la prossima volta. Poi, però, la curiosità ha avuto la meglio.... Continua a leggere...»

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Un Uomo Solo è un libro triste. Triste come può esserlo un libro che parla di un lutto, di un vivere sempre più stanco e affaticato, di un bagaglio di esperienze di cui si avverte il peso, man mano che ci si accorge della loro vanità. Non si diventa più saggi, ma soltanto più stupidi, svela al suo giovane alunno il vecchio professore, icona di una solitudine che Isherwood decide di raccontare con il bisturi, anzichè con la penna: la incide, la spolpa, la scarnifica, con lo sguardo lucido ed implacabile... Continua a leggere...»

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