la Liciaaaaaaaaaaa- SWEET AND SOUR YOUNG BOAR & APPLE PIE
Quello che segue è lo stralcio di una conversazione avvenuta fra la sottoscritta e l'autrice di questo capolavoro, non più tardi di ieri pomeriggio, sotto l'ignara Apple Pie di Valeria. La riporto integralmente, come si fa coi verbali dei Carabinieri
"credo sia ormai imminente l'esposizione al pubblico ludibrio della mia "ciofeca" galattica ;-DDDDDD"
"Licia, domani, ti tocca. Domani alle tre, sempre che blogger non impazzisca come oggi. Ma in ogni caso, lo saprai dall'interruzione dei programmi TV- edizione straordinaria, una ciofeca in rete :-)))"
Vi è tutto chiaro? La Licia, che è donna di grande acume, aveva intuito che di lì a poco sarebbe toccato a lei, finire su queste pagine e quindi, con una abile mossa tattica (da donna di grande acume qual è), aveva anticipato i tempi.
Al che la sottoscritta, che quanto ad acume non è seconda a nessuno e meno che mai alla sua amica, aveva dissimulato la sorpresa per lo spiazzamento, facendosi vedere pronta e preannunciando l'apparizione dell'Apple Pie alle tre di domani- oggi, per chi legge.
Che per me erano le 3 p.m., cioè le 15, cioè l'ora in cui, se blogger non va in palla come ieri, dovrei riuscire a pubblicare questo post.
Invece, per la Licia, erano le tre di notte.
E siccome è tipa impaziente, lei alle tre di notte era già in piedi, in puro stile "io c'ero" , a ravanare nel blog alla ricerca della sua torta.
La mail di reclamo è arrivata puntuale all'alba (che è l'ora solita in cui io e lei comunichiamo: oltre all'acume, ci unisce la sveglia)- ed è praticamente da allora che rido come una deficiente (acuminata), senza riuscire a smettere. Ogni volta che ci provo, mi sovviene l'immagine di lei che si aggira per casa nella notte, incurante del povero scultore che anela a sonni tranquilli, con in mano la cornetta del telefono, per chiamare Ted Turner , Murdoch, Mentana e Minzolini, fino alla redazione di TeleChivassoNews, per chiedere disperata com'è che non hanno interrotto le trasmissioni....
Capite perchè è impossibile non essere così tanto amiche????
SWEET AND SOUR YOUNG BOAR & APPLE PIE
Ovvero come partire dal sillogismo aristotelico ed arrivare molto, molto lontano
Un mio prozio, in età decisamente avanzata, affermava spesso e con evidente ironia: “Più invecchio e più divento intelligente”.
Ed io, con cotanti ascendenti, potevo essere da meno? Invece di ammettere che, con l’avanzare dell’età, dormo sempre meno, con altrettanta ironia, preferisco dire: “Meno dormo e più rifletto”.
Durante una di queste mie (sempre più) frequenti e profonde riflessioni, un flash back mi ha riportato ai tempi del Liceo.
Tenere palpitazioni? Ormoni a ruota libera? Brufoli incontrollabili? No, niente di tutto questo.
Dopo decenni di oblio, mi è venuto in mente, niente popò di meno che, il sillogismo aristotelico: ragionamento logico-deduttivo, adatto a tutte le stagioni, che, se usato con nonchalance, può togliervi da qualsiasi impiccio.
Sono partita da alcune considerazioni sul mio giardino, sui cinghiali e sulle loro razzie, attualmente concentrate su un albero di mele, dai rami così carichi da arrivare a toccare il suolo.
Questo il sillogismo conseguente:
Le mele sono mie
Il cinghiale mangia le mele
Io mangio il cinghiale
Invertendo l’ordine dei primi due fattori, il risultato non cambia: io continuerò a mangiare il cinghiale, a dispetto di tutto e di tutti.
Ipse dixit!!!! E non c’è nulla da aggiungere né da recriminare.
Dopo numerosi altri voli pindarici, amarcord nostalgici, considerazioni, elaborazioni, elucubrazioni…..
passando per le ‘mpanatigghie della Dolceria Bonajuto, per i caldi profumi d’oriente e per l’irresistibile british mood…. sono approdata nuovamente in cucina, per concepire questo compendio di nefandezze gastronomiche senza eguali.
Non ci avrei scommesso nemmeno un centesimo….. eppure, tutto sommato, questo scempio non soltanto è commestibile…. è persino gradevole.
Lo scultore, dopo aver ripulito accuratamente il fondo della pentola, mi ha guardato con aria interrogativa, apostrofandomi così: “Che te sei fumata, stavolta????”, pur sapendo benissimo che fumo esclusivamente generi di Monopolio.
Quale messaggio subliminale avrà voluto mandarmi??????
Per gli intrepidi, per i curiosi e per chi non è né l’uno né l’altro (ma mi vuole veramente bene), provo ad illustrare come ho fatto.
INGREDIENTI:
Gr. 500 circa di polpa di cinghiale da latte
4 melette croccanti e profumate (anche le annurca vanno benissimo)
Uno scalogno
Olio EVO
1 cucchiaio abbondante di aceto di mele
Un bicchiere di vino rosso corposo
Brodo vegetale
Spezie miste in polvere ( coriandolo, chiodo di garofano, semi di carvi, anice stellato, noce moscata, cannella)
Paprica affumicata
Sale, pepe nero, pimento
Gr. 50 di cioccolato fondente al 70% (quello di Modica, sarebbe perfetto)
Una patata dolce (media)
Pasta brisée (300 gr. farina debole + un pizzico generoso di spezie miste, 150 gr. burro freddo, un pizzico di sale, due cucchiai rasi di zucchero, mezza tazzina di acqua ghiacciata o quanto basta ad ottenere un impasto liscio e non appiccicoso)
Un tuorlo per lucidare la superficie del pie.
PREPARAZIONE
Per prima cosa, si prepara la brisée:
Si incorpora il burro freddo alla farina speziata, fino a formare tante briciole. Successivamente si aggiunge il sale, lo zucchero e l’acqua, impastando velocemente. Si lascia riposare in frigo, per almeno un paio d’ore.
Poi si passa al ripieno:
Si taglia a cubetti il cinghiale (se è giovane, non ha bisogno di marinatura), si trita lo scalogno, si affettano le mele (sbucciate) e si pone il tutto sul fuoco vivace, con un bel giro d’olio EVO.
Dopo la rosolatura, si spruzza l’aceto di mele, facendolo evaporare completamente. Poi si versa il vino (riscaldato precedentemente). Si aggiungono le spezie, la paprica affumicata, sale, pepe, pimento e si porta il tutto a cottura, a fuoco lento, aggiungendo (quando serve) un po’ di brodo vegetale bollente.
Quando la carne è tenera, si toglie dal fuoco e si aggiunge la cioccolata e la purea di patata dolce (passata a setaccio). Si mescola fino ad ottenere un composto ben amalgamato ed abbastanza compatto.
Infine si compone e si cuoce:
Si stende 2/3 di pasta sulla teglia (incluso il bordo). Si versa il ripieno, ormai freddo, livellandolo bene. Si copre il tutto con un altro strato di brisée, lasciando al centro un buco (camino) per la fuoriuscita del vapore.
Si rimette in frigo e si accende il forno, portandolo a 200°. Quando il forno è in temperatura, si spennella la superficie del pie con il tuorlo d’uovo e s’inforna immediatamente.
Dopo il primo quarto d’ora di cottura, si può abbassare la temperatura a 180°, per non far scurire eccessivamente la crosta.
Non so se si possa considerare un piatto dolce o salato. Posso soltanto dirvi che si serve freddo. E ciò deve bastarvi!!!!!
Le foto sono una schifezza perché il sant’uomo di nome Paul è a Genova!!!!!