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Io però chiedo scusa... ecc ecc cantava tempo fa Tiziano Ferro. Frase che devo necessariamente pronunciare in questa occasione. Scusate per il poco tempo che continuo a dedicare al blog e di conseguenza a tutti voi: non è mancanza di volontà, ma solo di tempo. Ne ho già poco abitualmente, data la mia famiglia numerosa e le mille attività che devo seguire, ma questa estate, poi, sembra che tutto congiuri per tenermi impegnata al 100%.

Più che cucinare, in questo periodo, complice anche il caldo, preparo qualcosa di rapido per tutti i miei commensali, che hanno bisogno di vitamine e di una carica speciale per affrontare tutti i loro impegni. Quindi via alle insalate, macedonie e tutto quanto fa estate... 

Ho bisogno, anzi , abbiamo bisogno di una tranquilla vacanza... ma dobbiamo aspettare ancora un pochino...

Per ora, tanto per farmi perdonare almeno un po', vi lascio una ricetta di dolcetti squisiti, semplici e buonissimi...

 

Dolcetti ai fiocchi d'avena con fragole e lamponi

Da un'idea di Dolci e Co giugno 2014

Chiedo scusa e... vi offro un dolcetto per l'estate (ai fiocchi d'avena con fragole e lamponi)

Ingredienti per 8 persone

1/4 di vasetto di marmellata di frutti rossi (io fragole)

400 g di more (per me 200 g di  fragole e 200 g di lamponi)

1 cucchiaio di zucchero a velo

per la base

250 g di farina 00

180 g di burro

80 g di zucchero di canna

45 g di farina di mandorle

40 g di fiocchi d'avena

1 cucchiaino di zucchero vanigliato (per me un cucchiaino di estratto di vaniglia)

1 uovo

1 pizzico di sale

fragole lamponi 

Lasciate ammorbidire il burro a temperatura ambiente; sul piano di lavoro disporre la farina a fontana e aggiungete al centro il burro, lo zucchero di canna, la farina di mandorle, i fiocchi d'avena, lo zucchero vanigliato, l'uovo ed il sale. Impastate il tutto fino a ottenere un composto omogeneo, formate una palla, avvolgetela nella pellicola trasparente e lasciatela riposare in frigorifero per 30 minuti.

Lavate velocemente le fragole ed i lamponi sotto l'acqua corrente e asciugateli con carta assorbente da cucina subito. In un ciotola mettete la marmellata e unite un cucchiaio di acqua calda, mescolando fino a diluirla. Nel frattempo preriscaldate il forno a 180°C.

Stendete il composto con un matterello sul piano di lavoro infarinato e formate un rettangolo sottile. Foderate la placca con carta da forno e infornate per circa 25 minuti, fino a leggera doratura. (Io prima di infornare perà o messo la teglia in frigo a riposare per circa mezzora).

Togliete dal forno, lasciare riposare per 6/7 minuti e dividere in 8 porzioni grandi o di più se volete preparare dolcetti "da un morso",  

Fare raffreddare, cospargere di marmellata e distribuirvi sopra le (more) fragole ed i lamponi. Potete servirli spolverizzati di zucchero a velo.   

Buona giornata

Daniela

Di Daniela

Musical-notes 

Come ogni anno, da quando esiste il blog, non possono mancare, il 15 di luglio, gli auguri di buon compleanno alla mia mamma. Noi cerchiamo sempre di indurla a venire un po' in trasferta "montana" con noi, trascinandola via dal mare, ma non c'è proprio storia: lei è un'ondina convinta!!!

Quindi, come ogni anno dedichiamo un dolcino un po' speciale, dolce e cremoso, alla nonna amatissima, ma lontana... quest'anno tocca ad una squisita coppa freschissima ed invitante, che ci gusteremo brindando al suono di un sonoro TANTI AUGURI A TE!!!!

Collage rosa di zucchero

Qui c'è un altro piccolo dono: è la prima rosellina di pasta di zucchero che ha preparato Ginevra: magari non è proprio ancora perfetta, ma è tutta per te :-)!

 

Coppa cremosa con lamponi, mirtilli e pistacchi 

Rielaborazione da un'idea di "Cucinare" n.8-2013

Coppa cremosa ai lamponi, mirtilli e pistacchi e...tanti auguri mamma!

Ingredienti per 4

125 gir di lamponi

125 gr di mirtilli

20 gr pistacchi

200 ml panna liquida fresca

200 gr di yogurt greco

4 cucchiai di zucchero a velo

20 ml di succo di arancia ( o 30 ml di Grand Marnier)

1 confezione di savoiardi

DSCF0661 Mettete in una ciotola grande lo yogurt  eliminando il latticino eventualmente presente: deve risultare denso.

Mettete in un'altra ciotola la panna ben fredda e montatela con la frusta elettrica a neve ferma, aggiungendo man mano lo zucchero a velo. 

Mescolate con molta delicatezza la panna montata allo yogurt, mescolando dal basso verso l'alto.

Tritate grossolanamente i pistacchi. 

Versate in una cotolina il succo di arancia (o il Grand Marnier) e diluitelo con un paio di cucchiai di acqua.

Pulite i frutti di bosco e asciugateli delicatamente.  

Pennellate i savoiardi con il succo d'arancia (o il Grand Marnier) senza inzupparli eccessivamente: rivestite il fondo e i bordi della ciotola con i savoiardi adeguatamente tagliati. Versate sul fondo metà del composto di panna e yogurt, cospargendo la superficie con la metà dei frutti preparati e dei pistacchi. 

Ricoprite il tutto con il resto della crema di yogurt e panna, ricoprite con i frutti rimanenti e i pistacchi.  Mettete la coppa in frigo fino al momento di servire. 

P.s. Potreste aggiungere anche qualche scaglia di cioccolto fondente.... :-)

Non potete immaginare la bontà, semplicissima e dolce :-)

Buona giornata 

Dani

Di Daniela 

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Ho una passione per marmellate e affini, che ho sviluppato negli ultimi tempi,prima per utilizzare la frutta che i miei  alberelli mi regalano ogni anno, poi anche solo per il piacere di utilizzare frutta particolare, che piaccia ai miei esigenti consumatori, da regalare ad amici, con i gusti che loro preferiscono , mescolando quello che mi offre di mese in mese la stagione e il posto dove mi trovo. Qui in Valtellina ho sempre la gioia grandissima di trovare frutti di bosco succosi e freschissimi.

Quindi via alla produzione di profumatissime confetture, decorate dalle etichette di Ginevra che si diverte a colorare i barattoli che qui rimangono in piena vista.... 

Adotto ormai quasi sempre nel preparare le confetture il metodo che ho imparato dalla Ferber, il nostro personale guru delle marmellate. Quindi adopero quando posso la casseruola di rame e per far macerare la frutta delle terrine di coccio o di vetro , per non alterare il sapore della frutta. Per ciò che riguarda la sterilizzazione, io lavo e bollo i barattolini prima di usarli  e poi sterilizzo la marmellata bollendo i barattoli in una pentola di acqua bollente per 30 minuti, se so di non mangiarla nel giro di poco tempo.  

Ah, ultimo consiglio: meglio non preparare mai quantità troppo elevate di conserva per non allungare i tempi di cottura e rovinare il sapore della frutta…

Confettura di Mirtilli

Marmellata di mirtilli, di fragole (o lamponi) e mirtilli e marmellata  tricolore

Ecco la preparazione per una velocissima e squisita confettura di mirtilli. I mirtilli contengono una quantità di pectina non molto elevata ed io aggiungo comunque il succo di limone che aiuta a gelificare: la confettura è piuttosto rapida da preparare, bastano 10 minuti o poco più di cottura.

Ingredienti

1kg di mirtilli
800  gr  zucchero
Il succo di un piccolo limone

Sciacquare rapidamente i mirtilli sotto l’acqua fresca corrente. In una casseruola mescolare i mirtilli e 800 g lo zucchero e il succo di limone. Portateli ad ebollizione. Spegnete e versate il risultato in una terrina. Copritela con un foglio di carta da forno e conservatelo in frigo fino al giorno dopo.

Il giorno seguente portate la preparazione di mirtilli ad ebollizione mescolando delicatamente. Mantenete la cottura a fuoco vivo per 10 minuti circa, mescolando spesso e schiumando se necessario. Verificate la densità. Mettete velocemente la vostra confettura in barattoli sterilizzati. Lasciate raffreddare.

 

Marmellata  fragole e mirtilli

Collage mirtilli fragole lamponi 

500 gr di mirtilli

250 gr di fragole (potrete anche sostituirle con i lamponi)

Il succo di un limone piccolo

600 gr di zucchero

 Procedete come al solito, mescolando fragole e mirtilli in una terrina e coprite con zucchero e limone.  Lasciate riposare in frigo per tutta la notte e il giorno dopo mettete tutto a cuocere in una casseruola di rame o di acciaio a fondo spesso per 15 minuti circa. Valutate la consistenza e invasate nei barattolini sterilizzati.  Come al  solito fate raffreddare i barattoli capovolti  e poi sterilizzateli per 30 minuti se non avete in preventivo di consumarli entro breve tempo. Potete, volendo, sostituire le fragole con i lamponi.

 

Marmellata tricolore : fragole, mirtilli e lamponi ( o frutti di bosco) e mirtilli

Collage tricolore 

Può anche succedere  che vi avanzino alcuni mestoli di marmellata che non entrano nei barattoli previsti: da qui è nata l’idea, ispirandomi sempre alla Ferber, alla sua “vieux garcons” di preparare un barattolo tricolore chicchissimo e molto buono all’assaggio composto da marmellate di fragole, di mirtillo e lamponi (o frutii di bosco)e di mirtillo, in tre nuances gradevolissime.

Ho preparato prima la marmellata di fragole, seguendo la ricetta solita. L’ho messa nel barattolo, che ho chiuso e, una volta raffreddato, ho messo in frigo.

Ho aggiunto poi un mestolo che mi avanzava di marmellata di mirtilli e lamponi (o frutti di bosco), di nuovo chiuso e fatto raffreddare .

Per ultimo ho aggiunto la confettura di mirtilli, ho riempito completamente il barattolo che ho chiuso e messo in frigo appena freddo. Carinissimo! E pure buono, naturalmente! E sparirà in pochi nanosecondi: nelle brioches, sul pane a merenda o a colazione, con i formaggi perfino o in qualunque altro modo riusciate a pensare ...

Buona giornata a tutti

Dani



C'era una volta il cavallo di battaglia.
Ve lo ricordate? Era il piatto che riusciva meglio, quello che placava tutte le ansie di prestazione, quello che vi veniva espressamente richiesto, perchè "come li fai tu, i ravioli, non li fa nessuno". Bene o male, credo che lo avessimo un po' tutte, chi più chi meno, tanto che non era infrequente sapere già quello che ci sarebbe stato servito, all'invito successivo, e meno che mai risultava sgradito. 
Dopodichè, arrivarono i blog- e , con quelli, l'ansia della rincorsa al sempre diverso e sempre nuovo: e del cavallo di battaglia fu la fine.

A dirla tutta, era da parecchio tempo prima del blog che a me piaceva trasformare i miei ospiti in cavie. Per un certo periodo, appena sposati, io decidevo il menu, mio marito lo inviava alla sua mailing list e i primi sei che rispondevano "io! io!" erano invitati a provare quei piatti. Poi c'erano stati i "palati fini", un gruppetto di amici a cui propinavo ogni settimana cene a tema, tutte all'insegna della sperimentazione. E poi, in ultimo, Menuturistico: lo si era aperto dall'oggi al domani, senza preparazione e senza archivio, ma era già gravido di mille aspettative: io, per dire, avevo in mente di realizzare le ricette delle centinaia di riviste comprate, sfogliate e poi messe da parte e dei mille libri che appesantivano gli scaffali e mi sembrava che un blog potesse essere lo stimolo giusto. 
Da allora son passati tre anni: abbiamo un indice (non aggiornato, argh) corposissimo, pieno di piatti interessanti e gradevoli, dal quale, però, mancano i cavalli di battaglia. E mi dispiace, perchè è a loro che devo la riuscita delle mie cene dell'ultimo minuto, come quella che abbiamo organizzato venerdì scorso e che, in teoria, sarebbe dovuta essere un'altra occasione per il famolo strano: perchè eravamo in quattro, perchè gli ospiti si prestavano alle novità e perchè c'era tutta un'altra compresenza di fattori  che attizzavano il neurone all'invenzione, non ultima la giornata corta in ufficio: alle 12.30 sarei dovuta essere in casa, con la spesa già fatta e avrei avuto tutto il tempo per perfezionare le basi che avevo preparato il giorno prima e preparare i piatti espressi. 
Neanche a dirlo, la giornata corta ha cozzato contro un'udienza fiume e alle 3 e mezza salivo in macchina furibonda, con la spesa ancora da fare, senza più nessuna certezza se non quella di dover dire addio al mio menu. Ed è stato allora, nel tragitto dall'ufficio a casa, che mi son venuti in soccorso i miei cavalli di battaglia: il Potage Chantilly è diventato una Vichyssoise, i Tournedos Demidoff un filetto simil Wellington e, alla fine, ci siamo goduti una serata piacevolissima, con la padrona di casa placida e rilassata come non lo era da anni.
L'unica novità è rimasto il dolce, ma slo perchè lo avevo preparato la sera prima- ed è quello che trovate oggi, come ricetta di apertura della settimana. 
Prima, però, vi metto il menu per intero

Aperitivo
le bollicine erano un Prosecco V8+ Sior Bepi, una figata di vino scoperta nelle vacanze di Natale, che credo non ci abbandonerà per un po'.
Gli appetizers erano dei crostini di pane ai multicereali, tagliati con un coppapasta rettangolare piccolo (3 cm max di lunghezza), spalmati con un velo di gelatina di sambuco e una fetta di lardo di colonnata (grazie, Dani!) tagliato al coltello; patè di prosciutto al Porto, serviti nel modo figo che vi avevo fatto vedere qualche tempo fa, su pan brioche a forma di fiore; e dei canestrelli salati. 

Al primo, abbiamo aperto un vino bianco non so come e abbiamo servito una vellutata di patate e porri, con mini bignè all'erba cipollina

Al secondo, Tramonto d'Oca (rosso) e Filetto in crosta (tipo Wellington, ma con gli spinaci al posto dei funghi). Strepitosa Salsa Cumebrland di accompagnamento e carote glassate di contorno. Panini al burro, rigorosamente home made

Per dessert, questi Framboises Erimar (e un vino dolce di accompagnamento)

Calissons bianchi, alla rosa e alla violetta, con i liquori

niente antipasto (alla sera, torno al diktat del galateo e non lo servo più), niente formaggi (non sono così rigorosa, perchè essendo una cheese busters mi fa piacere far assaggiare le nuove scoperte: ma con questo menu, non c'entravano niente), niente caffè, perchè nessuno lo ha voluto.



Prima della ricetta, una precisazione importantissima: la foto non corrisponde del tutto a come dovrebbe essere il dolce: in primis quest'ultimo va servito in una porzione a  forma di ciambella. Orrore degli orrori, i miei eran tutti troppo grossi e lo stampo da crème caramel (che sarebbe stato perfetto) lo avevo prestato.  Quindi, ho usato degli stampi da budino, con un minimo di avvallo al centro. Solo che i lamponi non ci son stati, e quindi son scivolati giù, con tanto di scia nelle scanalature. Le mandorle sfilettate erano nei piatti che ho servito- e me le son dimenticate ora, che ho fotografato.
Una vergogna, insomma :-)
Ma buona da morire!



FRAMBOISES ERIMAR
da Henry- Paul Pellaprat
L'Arte della Cucina Moderna



per 8-10 persone
500 g di lamponi*
3 dl di apricot brandy
75 g di zucchero
150 g di gelatina di ribes
40 g di mandorle sfilettate
1/4 di l di panna
8 -10 porzioni di biancomangiare **

Far macerare i lamponi entro una terrina, in luogo fresco, coprendoli con zucchero ed apricot brandy. A parte, intanto, preparare il bianco mangiare e versarlo negli stampi. Quando è pronto, sformarlo sui piatti di portata. Versare nella cavità centrale i lamponi, opportunamente scolati e lucidati con la gelatina di ribes passata al setaccio fine. Spolverarvi sopra le mandorle e presentare il dolce ai commensali, servendo la panna entro una salsiera.


Note mie

Ho seguito una ricetta diversa di biancomangiare, ma quella che abbiamo qui va benissimo.Ora son di corsa e non ho il tempo di scriverla ma, ripeto, le differezne son poche.

Per quanto riguarda i lamponi, potrei fare la furba e dirvi che siccome abbiamo l'orto (fatto vero) biologico (verissimo) che produce frutti di bosco in quantità industriale (più che verissimo), ho usato il suddetto prodotto, surgelato. Bugia clamorosa, anche perchè, avendo l'orto biologico che produce in quantità etc etc, diffido fortemente da chi sostiene queste cose: perchè i frutti di bosco son maledetti, per quanto riguarda la conservazione. I nostri, vanno colti e mangiati. E quando riusciamo a congelare qualcosa, è tutto a discapito del sapore. E se altri sostengono il contrario, cambierò idea solo all'assaggio.

Altra cosa: sono allergica a tutta la frutta, tranne che ai frutti di bosco. Posso mangiare agrumi, con moderazione- ma il resto è tabu. Quindi, se vedete una profusione di lamponi, ribes, more e mirtilli , nei miei dolci alla frutta, e non vedete mai o raramente mele o  pere o pesche o prugne o ananas o ciliegie o albicocche, sappiate che per me è una questione di salute, ancor più che di reputazione. Li mangio appena posso, con una voracità che non ha eguali, perchè l'unica riserva di frutta, per me, è questa. In Liguria esistono aziende agricole che riescono a produrli per gran parte dell'anno, ovviamente in serra, e quindi è a loro che mi rivolgo, fino a quando  non posso attingere a piene mani dalle piante dell'orto. E, aggiungo, ringrazio il Signore che esistano: perchè altrimenti andrei avanti a surrogati di vitamine e farmaci di vario genere- e con me un sacco di altre persone, visto che siamo in tanti ad avere questi problemi.

Buona settimana
Ale



Di Daniela

Rossi alternati ad oro appena accennato, niente più cieli blu sfolgoranti, ma molto grigio in tutte le sue sfumature;  profumo intenso di legno, di funghi, di terra umida e qualche spruzzo di neve sulle cime più alte, che si intravedono tra nuvoloni che si sfilacciano sulle cime dei pini... ecco come ci ha accolto la Valtellina lo scorso week end. Molto diversa da quella settembrina che abbiamo lasciato poche settimane fa, ma comunque piacevole, con sacchi di mele coloratissime vendute lungo la strada per tutta la alta valle; mele profumatissime, appena colte.
Se è vero che una mela al giorno toglie il medico di torno, noi dovremmo stare bene per parecchi mesi, visto che abbiamo riempito la macchina con dei bei sacchi di pomi gialli e rossi (in realtà non mi sono fatta scappare neppure le patate bianche e rosse: buonissime...)
Mi sembrava quasi di essere diventata la mitica Ariadne Oliver, la scrittrice amica di Poirot la cui entrata in scena, nei gialli di Mrs Agatha Christie è sempre preceduta da un rotolare disordinato di mele, torsoli e sacchetti di carta! A proposito, lo sapevate che la Christie le attribuisce moltissime sue manie? la passione per le mele, innanzitutto, ma anche la timidezza al limite della scontrosità, il fastidio per le sue opere stravolte da sceneggiatori e registi, e perfino la mania di torcersi le mani...
Ma non divaghiamo: torniamo alla nostra frutta. Vi dicevo che questa è decisamente la stagione della raccolta e, quindi, quale momento migliore per sperimentare un'altra semplicissima, ma eccellente,ricetta di torta con le mele se non ora?
Provate l'accostamento con il coulis di frutti di bosco, che si possono trovare sempre surgelati, se non più freschi, ma secondo me non starebbe male neppure con un paio di cucchiaiate di confettura proprio frutti  di bosco o di fragole, magari leggermente scaldata per renderla più fluida, o tra poco, con una salsa all'arancia... o con una crema inglese....Caspita, se continuo a pensarci, mi sa che dovrò per forza tornare di la ad assaggiare un altro tortino elucubrando  un nuovo accostamento... :-)

Tortino di saraceno con mela di Valtellina e coulis di lamponi.
(chef Apollonio)

TORTINO SARACENO MELE

Ingredienti
125 gr di burro
125 di zucchero
3 rossi d'uovo
3 albumi montati a neve
35 gr di farina 00
35 gr di farina di grano saraceno
35 gr di farina di mandorle
1/2 bustina di lievito
1 mela gialla di Valtellina
150 gr di lamponi (o di frutti di bosco per me)
75 gr di zucchero
50 gr di acqua
un rametto di meta e zucchero a velo

TORTINO SARACENO MELE

Ammorbidite il burro con lo zucchero in una planetaria, di seguito aggiungete i rossi d'uovo, le farine setacciate con il lievito ed una mela tagliata a quadratini.
A parte, montate gli albumi a neve, incorporandoli all'impasto delle farine, con molta delicatezza, mescolando come sempre dal basso verso l'alto : deve risultare un impasto piuttosto sodo.

tortini

Imburrate e infarinate 8 stampini monodose, e distribuite il composto al loro interno. In alternativa agli stampini monodose, potreste utilizzare anche una tortiera di 24 cm di diametro.
Infornate a 160°C per 25 minuti.
Nel frattempo preparate il coulis, passando al mixer i lamponi o i frutti di bosco, anche surgelati, con lo zucchero e l'acqua. Una volta frullati, passateli attraverso un colino per togliere i semini e metteteli in una casseruolina sul fuoco portando il tutto ad ebollizione. Lasciate cuocere per 2 minuti, per farlo leggermente addensare.
Sformate il tortino, una volta cotto, adagiatelo su un piatto, cospargetelo di zucchero a velo, accompagnandolo con il coulis di lampone...

TORTINO SARACENO MELE

...o con quello di frutti di bosco.

TORTINO SARACENO MELE


P.S. Con questa ricetta partecipiamo al contest di Perle ai Porchy , fosse anche solo perchè il nome del blog ci piace moltissimo :-))

Buona giornata a tutti
Dani

Di Daniela

 
Ancora un delizioso dolce preparato dallo chef Bassi, con l'aiuto del giovane chef Gaetano Farucci, come sempre bravissimi, originali  e generosi di consigli per chi, come noi, ama la cucina senza essere un cuoco esperto.
 
serata dolci 20123
 
Anche questa volta  non ci hanno deluso, dedicando alla lezione una meravigliosa preparazione con mascarpone e frutta. 
Intanto, prima di parlarvi del dolce di oggi, eccovi le mie ultime foto di mestieri antichi che ci ha regalato la serata "Tradizioni e mestieri in piazza" di cui vi ho parlato settimana scorsa:
Alcune bravissime ricamatrici...
 
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e un giovane casaro, con qualcuno degli attrzzi del suo mestiere, seguito da alcuni dei risultati, davvero eccellenti , del suo lavoro....

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Ed ora la deliziosa:
 

Crema al mascarpone brulé con mele e lamponi (chef Bassi e Farucci)
 
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Ingredienti per 8 porzioni
per la base di mele
300 gr di mele golden
15gr di zucchero
5gr di succo di limone
4 dl di succo mela
chiodi di garofano
3 gr di cannella
per le fettine di mele
400 gr di mele golden
250 gr di acqua calda
150 gr di zucchero
400 gr di lamponi
per il mascarpone gratinato
130 gr di mascarpone
20 gr di zucchero a velo
15 gr di frumina
20 gr di tuorli d'uovo
10 gr di chiare d'uovo
25 gr di zucchero
qualche cucchiaio di zucchero di canna
facoltativo 1/2 bicchierino di liquore all'albicocca
 

Partiamo dalla base di mele: sbucciate le mele e dividetele in fettine sottili. Cuocetele nel succo di mela con vino bianco, zucchero e le spezie , fino a quando non diventino morbide. Frullatele, aggiungendo qualche goccia di limone per impedire l'ossidazione del composto e tenetele da parte al fresco.
Per il mascarpone brulé: In una ciotola mescolate il mascarpone con lo zucchero a velo, il tuorlo d'uovo e la frumina. Montate gli albumi a neve ben ferma con lo zucchero ed aggiungeteli al composto di mascarpone, mescolando accuratamente. Tenete in frigorifero la crema fino al momento di servire.
Per le fettine di mele: Aggiungete lo zucchero all'acqua e portate il tutto ad ebollizione in un pentolino; toglietelo dal fuoco, aggiungete anche qui qualche goccia di limone ed immergete velocemente le fettine sottilissime di mele lasciandole in infusione pochi istanti, giusto il tempo che si ammorbidiscano tanto da servire da decorazione al piatto.
 
Per la composizione del piatto, togliete le fettine di mela dallo sciroppo e disponetele a raggiera in 8 piatti fondi, versate al centro del piatto la zuppetta di mele  fredda, decoratela con i lamponi; ricoprire il tutto con la crema al mascarpone e cospargendola con un cucchiaino di zucchero di canna, far caramellizzare la superficie con l'apposito cannello  (come per la creme brulè).
 
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Consigli dello chef, con la consulenza diretta di chef Farucci:
1- se non preparate questa delizia per i bimbi, potreste aggiungere, mentre montate il mascarpone, anche 1/2 bicchierino di liquore all'albicocca. Da uno sprint in più al gusto (ma se preferite un altro sapore va bene ugualmente: il lampone sarebbe altrettanto perfetto, ad esempio).
2- al posto della frumina, perfetti anche amido di riso o maizena.
3- non dimenticate di aggiungere un cucchiaino di succo di limone, per impedire l'ossidazione della polpa delle mele (sempre per questo scopo, ottimi anche i coltelli in ceramica . N.d.r.)
Il nostro sommelier di fiducia, Emanuele Urbani, consiglia con questo dolce, un Goldtraminer, IGT (Indicazione Geografica Tipica) Vigneti delle Dolomiti,  o un Ramandolo, DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) friulano.
Buonissima giornata a tutti
Daniela
 

Di Daniela

Ancora qualche foto a testimonianza della bella serata passata passeggiando per le vie del borgo antico ed elegante, testimone della storia millenaria del paese e della valle, assaggiando dolci semplici ma gustosi, di tradizione quasi altrettanto antica.

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ed ecco anche l'antico mestiere che vi mostro oggi

serata dolci 2012



La seconda ricetta che vi proporrò oggi, sempre tratta dalla lezione del magico trio composto dallo chef Bassi, accompagnato da Gaetano Farucci e dal sommelier Emanuele Urbani

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Godereccia e particolare eccovi la ricetta

Fichi fritti con zabaione al Porto e gelato.

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Ingredienti per 6 porzioni 
Per i fichi fritti
9 fichi maturi ma sodi
5 dl acqua
250 gr di zucchero
100 ml di Porto
per lo zabaione al Porto
40 gr di tuorli d'uova
20 gr di zucchero
120 ml di Porto
Per la pastella
125 gr di farina 00
sale qb
1 cucchiaio di olio d'oliva
1di birra
20 gr di tuorli d'uova
30 gr di zucchero
Per completare
6 palline di gelato
20 gr di lamponi
foglioline di menta
olio per friggere e qualche fico extra

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Per i fichi fritti : bollite l'acqua con lo zucchero e il Porto fino ad ottenere uno sciroppo denso. cuocetevi i fichi, pelati, per 2-3 minuti e quindi lasciateli raffreddare nello sciroppo.
Per lo zabaione al Porto : unite i tuorli allo zucchero e al Porto, montate il tutto a bagnomaria fino ad ottenere una crema spugnosa.
Per la pastella : preparate la pastella con la farina , l'olio, i tuorli, il sale e la birra. Montate gli albumi a neve insieme allo zucchero e amalgamateli con cautela in pastella
Per completare il piatto : scolate bene i fichi dallo sciroppo e passateli nella pastella
Friggeteli in olio ben caldo, facendoli dorare : asciugate i fichi fritti su della carta  da cucina e guarniteli nei piatti da porzione con zabaione al Porto e gelato.
Decorateli con qualche lampone e foglioline di menta fresca.

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I consigli di chef Bassi:
1- i fichi devono essere maturi, ma non troppo morbidi, altrimenti rischiano di sfarsi già nella prima immersione nello sciroppo al Porto. A questo proposito, la cottura nello sciroppo deve essere davvero breve, tanto poi i fichi devono rimanere a raffreddarsi nello sciroppo, lontano dal fuoco e quindi si insaporiscono bene ugualmente.
2- la pastella per friggerli non deve essere troppo densa, ma solo velarli , per non nasconderne il sapore. A cottura ultimata ancora si vedrà quindi il colore dei fichi.
3- nel preparare lo zabaione al Porto è indispensabile non superare i 40° per evitare di avere una stracciatella , invece che un composto ben gonfio, continuando sempre a mescolare durante tutta la cottura.
4- il gelato può essere di fichi, di prugne o fatto, secondo i gusti di chef Bassi, con le prugne secche. Purtroppo la temperatura non gli ha consentito di portarne un assaggio alla lezione, perchè rimanendo esposto sul bancone si sarebbe sciolto.... ma sarei davvero stata curiosa di assaggiarlo :-)

Il nostro amico sommelier, Emanuele Urbani con questo piatto ha consigliato un Moscato d'Asti, grazie a tutta una serie di spiegazioni tecniche, che la mia ignoranza in materia non mi ha permesso di cogliere appieno. Comunque, Moscato d'Asti per tutti!!!!
Dani

Di Daniela

Non ha nulla a che vedere, ma devo necessariamente aprire il post di oggi con un racconto che ha come morale la solita vecchia legge nota ovunque, che si potrebbe così riassumere: quando sentite per la prima volta parlare di qualcosa, automaticamente ritroverete la cosa diverse altre volte nel giro di poco tempo. 
Nel mio caso specifico, vorrei consideraste che sono una persona che non fa un uso smodato di creme di bellezza trucchi e similia:  sono piuttosto spartana e, salvo ciò che è strettamente necessario per, diciamo, vivere, non acquisto un gran numero di prodotti.
Ma giusto venerdì, avendo terminato tutte le mie scorte, ho deciso di acquistare una nuovo prodotto . Così entro in profumeria, chiacchiero con la proprietaria, decidiamo il tipo di crema che potrebbe essere più adatta a me e al mio tipo di pelle, parliamo di profumi, di sostanze nutrienti, di eccipienti,  di piante di principi attivi di marche e di un sacco di altre cose. Mi magnifica una certa casa, mi dice che usa solo materie prime eccellenti, tutto controllato, anallergico  ecc ecc Ve la faccio breve: scelgo il consigliato, acquisto , esco e soddisfatta torno a casa per provare la novità.
Come mia abitudine spacchetto ammiro design, confezione e colore e poi prendo il bugiardino per controllare il corretto modo d'uso e tutti gli ingredienti.
Apro , cerco la parte in italiano tra le mille di lingue impossibili, ma l'introduzione è in inglese e dice "Phito maquillage......" : la crema è prodotta utilizzando estratti delle piante ricche di vitamine  e altre eccellenti qualità; controllo quali piante in particolare sono utilizzate nella mia. Non ci crederete mai : FRANGIPANE!!!!!

Aceti aromatizzati
aceto

L’idea mi è venuta consultando ieri il sacro testo per tutti coloro che amano lavorare in giardino eseguendo le normali , massacranti attività di mantenimento del medesimo: “Giardinaggio per negati” . Ad un certo punto, mentre scorrevo alcune pagine di autorevoli consigli su come mettere in pratica le astuzie e le malizie che permettono ai tuoi fiori di proliferare sani e rigogliosi e di come poi utilizzare siffatti fiori, arrivo al paragrafo che si intitola “Aceto alle erbe” . Ecco la folgorazione: vado di aceto aromatico perché la cosa mi intriga moltissimo. Ed eccovi le prime tre produzioni . La ricetta che immediatamente mi è venuta in mente la tengo da parte per le nostre strennucce che tra poco partiranno con un bellissimo giro di ricette primaverili e quindi per ora non ve la svelo. Però nel frattempo ne ho preparate altre tre, di creazioni "acetiche": due sono, diciamo, preparate con ingredienti esterni, mentre una è preparata con ingredienti di "produzione propria". 
Eccovele in fila indiana :

Aceto rosso ai lamponi, 
aceto rosso al pepe rosa 
Aceto di mele al timo limone, erba cipollina e coriandolo.
Nei prossimi post vi proporrò invece gli aceti bianchi e saranno
alla rosa
ai fiori di salvia
al pepe rosa e miele di acacia
ai fiori di rosmarino
ai fiori di erba cipollina 
ai fiori di lavanda rustica.
Si comincia!

aceto
Partiamo con la spiegazione.
Innanzitutto le materie prime devono essere di buona qualità: quindi un buon aceto, frutti sani ed erbette di sicura provenienza, cresciute senza trattamenti pericolosi. Poi, per tutti gli aceti aromatici, bisogna seguire la stessa procedura: lavare attentamente frutti ed erbe, asciugarle disponendole su uno strofinaccio o carta da cucina, nel caso dei micidiali lamponi, e la scelta secondo preferenza personale di aceto rosso, bianco o di mele.

acetoCome proporzioni diciamo una tazza di erbette per 1 litro di aceto, o circa dal 5 al 10% del peso dell’aceto o , come ho letto nella Rubrica di enologia, la percentuale di "spazio" occupata dagli aromi pari all'incirca al 5% e il resto occupato dall'aceto. In ogni caso come sempre sarà il vostro gusto personale a guidarvi: qualche prova vi dirà ciò che è meglio per voi. Il procedimento è più o meno sempre il seguente: lavate bene l’ingrediente o gli ingredienti scelti (ovviamente se serve: il pepe rosa non ne ha bisogno!!) asciugateli e metteteli in un barattolo di vetro. Copriteli con l’aceto e chiudeteli (qui il Sacro Testo di giardinaggio suggerisce di non usare tappi di metallo, ma di preferire plastica o sughero). 
Riponete i barattoli in un luogo fresco e buio per un periodo che va dalle 2 settimane alle 6 : più lungo è il periodo, più intenso sarà l’aroma conferito dagli ingredienti. 
aceto
Non appena il gusto e il profumo saranno di vostro gusto, filtrate l’aceto e mettetelo in bottiglie. 
Questi aceti servono soprattutto per donare un aroma particolare e diverso sia alle insalate che ad altre preparazioni: nel caso specifico Quello ai lamponi è consigliato per l’utilizzo con le insalate di pesce, quello al pepe rosa con insalate miste (ingredienti dell'insalata possono essere filetto di trota salmonata alla griglia ridotto in pezzetti e lattuga suggerimento sempre dalla rubrica di enologia), antipasti di pesce, carne mentre quello di mia creazione direi che si abbina benissimo con le insalate anche più semplici perché il suo bouquet è già piuttosto ricco.La rubrica di enologia suggerisce di procedere anche in modo diverso rispetto al solito per valorizzare queste creazioni profumate .

acetoCito testualmente “Un modo per consumare questi condimenti è la preparazione di insalate molto semplici a base di pane tostato: va benissimo il pane in cassetta tagliato a fette che si acquista confezionato al supermercato (ma va bene anche il pane raffermo), le fette vanno passate nel tostapane e quando sono ancora relativamente morbide vanno tagliate a cubetti.
Così tagliate si adagiano nell'insalatiera e su di esse va versato un po' dell'aceto aromatizzato che avete scelto. Gli altri ingredienti vanno conditi a parte con olio, sale e pepe e solo dopo vanno uniti ai cubetti di pane. A seconda dell'aceto che avrete usato potrete abbinare i vari ingredienti."
Vedete voi se vi va di provare anche così 
Va da se che noi lo assaggeremo, appena pronto, su pane fresco con un velocissimo giro d'olio e un pizzichino di sale... alla facciaccia delle diete da stress... :-))))
Ah, un piccolo suggerimento: se ben confezionato, non vi pare che sia un piccolo dono originale e piacevole?
Per ora buona giornata a tutti
Dani

 
jammy coconut sponge
 
Cara Santa Claudia, 
mi permetto di indirizzare a lei l'ultimo anello di una catena infinita di rimostranze, dopo che, in oltre trent'anni di accorati interrogativi, nessuno mi ha ancora dato risposta. Confido nella sua santità, che deve certo essere sconfinata, se le ha permesso di scalzare dal calendario quella Santa Alessandra Martire che, quando son nata io e per gran parte delle mia infanzia, veniva degnamente ricordata il 20 marzo.
 
Me lo ricordo benissimo, perchè in casa nostra le feste vanno sempre raggruppate: mio padre, per esempio, è nato il giorno di Capodanno; io e mia sorella, festeggiamo il compleanno a tre giorni di distanza l'uno dall'altra. Per non palrare delle pletore di parenti e affini che si accavallano negli stessi giorni e le conseguenti figuracce legate ad auguri tanto inaspettati quanto inopportuni. Il mio onomastico non faceva eccezione: il 19 si festeggiava il papà (che si chiama pure Giuseppe, tanto per prestar fede a quanto sopra), il 20 il mio. 
E questo avveniva a casa e soprattutto a scuola, visto che la maestra era una che ci teneva, alla storia e ai nomi e alle feste e chi aveva la fortuna di un omonimo martirizzato in tempo scolastico aveva un motivo di godimento in più: intanto, il primo quarto d'ora della giornata veniva dedicato alla biografia del santo (di solito, un minuto per nascita e vita, 14 minuti per la morte- e mai come in quei frangenti invidiavamo l'unica Caterina della classe che quel giorno lì riscattava le costanti prese per i fondelli a cui la costringeva un nome che in genovese suona come catena, con tutte le conseguenze del caso);  e poi si procedeva a un po' di festeggiamenti che  iniziavano con l'esenzione dalle interrogazioni e culminavano con l'accesso alla merenda della maestra, la famosa brioche che il bidello le portava ogni mattina col caffè.
Le lascio quindi immaginare lo sconcerto- anzi: il trauma- quando, nell'anno della quinta elementare, alla pagina del diario del 20 marzo è apparsa Lei. Con tanto di sogghigni delle Claudie dei banchi delle femmine, che da anni avevano tentato invano di far sentire la loro voce contro quell'unica Alessandra, dal nome così impervio e così strano. 
Perchè, vede, ai miei tempi, ci si chiamava per lo più Antonella, Gabriella, Raffaella. C'era qualche Simonetta, resisteva ancora qualche Maria. Imperavano le Cristine e le Paole. Ma i nomi strani erano pochi e Alessandra era fra quelli. Per anni, son stata la "Alle", con due elle e non conto le volte in cui ho dovuto specificare che le "esse" eran due. Ero l'unica del paese, con quel nome, e chi condivideva con me le punte di esotismo, non aveva gli ostacoli dell'ortografia. "Monica", per esempio, scivolava via piano, senza doppie nè dittonghi; e le Sabrine e le Roberte avevano il conforto della fama su carta stampata, che fosse la locandina di un film (il primo) o la copertina di un disco (mia sorella, per dire, è una delle tante figlie putative di Peppino di Capri. Fosse stata un maschio, l'avrebbero chiamata Champagne). Ma Alessandra, era troppo difficile da mandar giù. Tanto che, fra gli errori di gioventù, annovero pure un lungo periodo in cui son stata Sandra- e se solo vi azzardate, ricarico il bazooka, santamente parlando.
Insomma, cara Santa Claudia, io rivorrei la mia santa. E la rivorrei il 20 marzo, esattamente dov'era quando ero piccina, subito dopo la festa del papà e subito prima dell'inizio della primavera. Se la dovesse incontrare, nei corridoi del Paradiso, glielo dica, che mi manca. Lei, la mia maestra, il diario di Jacovitti, i maschi contro femmine, il bidello col caffè- e anche le Claudie del banco di dietro...
Devotamente sua
Alessandra G.
 
 
 
JAMMY COCONUT SPONGE
da Oliver, J., Jamie's Great Britain
 
jammy coconut sponge
 
Siccome non son tipa che si arrende, ho imposto Claudia come secondo nome a mia figlia. Ne ho fatto un ossimoro vivente, come dice lei, ironizzando sul significato opposto dei nomi che porta (libera e zoppa), ma, nel concreto, mi sopno riappropriata della tradizione: si rifesteggiano gli onomastici e pure due per volta.  In più, col fatto che non festeggio il compleanno, celebro almeno l'onomastico in ufficio, come ben sanno i miei colleghi con cui quest'anno abbiamo diviso questa spettacolare sponge cake di Jamie Oliver. Sapevo che non sarei riuscita a fermarmi alle ricette dello Starbooks e questa mi è proprio scappata: tant'è che all'ultimo minuto ho realizzato di non avere neanche una scaglietta di cocco, per la finitura. Ho usato del cioccolato bianco e ho sostituito la marmellata di more con quella di lamponi e vi assicuro che nessuno si è lamentato della variazione....
 
 
per la torta
225 g di burro morbido più un pezzetto per ungere la teglia
225 g di zucchero
4 uova grandi
225 g di farina autolievitante
mezzo cucchiaino scarso di lievito
un po' di latte
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
75 g di cocco disidratato (io ho usato 50 g di cioccolato bianco)
 
 
per la marmellata di more
250 g di more
125 g di zucchero
1/2 limone
 
Stampo rettangolare, 30 x 20 (io ho unsato uno stampo rotondo, di 22 cm di diametro)
180 gradi
 
Montare bene il burro con lo zucchero, fino ad ottenere un composto gonfio e spumoso e aggiungere le uova, uno alla volta, sempre montando. Aggiungere la farina e il lievito, un po' di latte e l'estratto di vaniglia e mescolare bene. Versare il composto in uno stampo imburrato e cuocere a 180 gradi per 25-30 minuti. Mentre la torta è in forno, preparare la marmellata
 
 
Schiacciare le more con lo zucchero, in una casseruola, usando una forchetta o uno schiacciapatate: unire il succo di limone, mettere sul fioco, portare a bollore. Abbassare la fiamma e far bollire per 20 minuti circa, mescolando ogni tanto, fino a quando la marmellata si addensa. Schiumare via via, durante la cottura, poi togliere dal fuoco e lasciar raffreddare pian piano. 
 
Nel frattempo, la torta sarà diventata soffice e dorata: toglierla dal forno, lasciarla faffreddare 5-10 minuti. Rovesciarla su un piatto da portata e spalmarvi attorno la marmellata, spatolandola con un coltello a lama piatta anche sui bordi. Cospargervi sopra il cocco e servire. 
 
jammy coconut sponge
 
Note mie
Ovviamente, la mia è una versione iper semplificata, sia nella scelta degli ingredienti che nella presentazione, visto che dovevo portarla in ufficio e non avevo voglia di tirar giù tutto l'ambaradan dei porta torte e affini. 
In pratica, ho preparato una sponge cake con le dosi riportate, l'ho lasciata raffreddare nella teglia per una decina di minuti, l'ho sformata direttamente  su un piatto da portata, l'ho cosparsa di marmellata di lamponi, fatta leggermente scaldare in un casseruolino, sul fornello, in modo che diventasse più liquida e quindi più facile da stendere, non ho toccato i bordi, per evitare che nel trasporto si appiccicasse tutta (di solito, cucino la mattina per l'ora dopo: non ho il tempo di far raffreddare etc) e ho grattugiato sopra del cioccolato bianco. 
Velocissima, facilissima, buonissima
ciao 
Ale
 
 
 

Di Daniela

Alleggeriamo un po' l'atmosfera d'agosto con ancora qualche piccola e "lieve" curiosità su ciò che la fantasia più positiva e giocosa sa creare con un materiale nobile e bello come il legno:  l'atmosfera montana rinfrescherà un po' queste, tutto sommato, prime giornate di vero caldo estivo, sia con le immagini sia con la ricetta, freschissima e decisamente golosa! 
Vi parlavo nell'ultimo post di case...
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...e di infissi e portoni

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...ma passeggiando in Valtellina si incontrano anche strani gnomi alle fontane...

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...o fiori, portafiori, funghi e scoiattoli che spuntano direttamente da tronchi...


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...o elaborati giochi d'acqua...

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... o giochi per bimbi...

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...e poi stambecchi...

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...igrometri naturali...

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...civette (o gufi...) severe...

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...dama e filotto al'interno di un bosco...

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E il saggio e severo Diogene avrà avuto la sua botte arredata così?

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Semifreddo di cioccolato e lamponi
Da un’idea di CI giugno 2011
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Per 10 persone
Ingredienti
200 gr di marmellata di lamponi
200 gr di panna fresca
140 gr di cioccolato fondente (70%)
140 gr di latte (ma secondo me ne basta la metà)
35 gr di Cointreau
30 gr di lamponi
2 tuorli
1 albume
Burro
Zucchero
Limone
Sale
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Sciogliete in una padella una noce di burro con 2 cucchiai e mezzo di zucchero. Fatelo cuocere mescolando con ½ limone infilato su una forchetta finché lo zucchero non si sarà leggermente caramellato. Unite quindi le ciliegie lavate e asciugate. Innaffiate con il liquore, fiammeggiate poi bagnate con ½ mestolino d’acqua. Cuocete ancora per circa 2 minuti, in modo che si sciolga lo zucchero rappreso, poi togliete i lamponi e teneteli da parte. Continuate a cuocere il liquido finché non diventerà sciropposo. Mettete i tuorli in una bacinella e unitevi lo sciroppo bollente e montateli con le fruste elettriche. Montate l’albume con un pizzico di sale e , quando è sodo, unite un cucchiaio di zucchero continuando a montare ( io non l’ho messo). A parte montate anche la panna. Fondete a bagnomaria il cioccolato con il latte. Mescolate ai tuorli montati 2/3 della panna montata e 1/3 dell’albume montato (composto di uova). Sminuzzate 20 delle ciliegie tenute da parte. Distribuitele sul fondo di 10 stampini tipo muffin e copritele con il composto di uova, riempiendo gli stampi per metà. Mescolate un po’ per evitare che le ciliegie rimangano tutte sul fondo ( per evitarlo basta inserire nel composto le ciliegie dopo averlo messo negli stampini). Incorporate la panna e l’albume montati rimasti al cioccolato fuso e distribuitelo negli stampini colmandoli. Livellateli in superficie con una spatola e metteteli in freezer per almeno 4 ore. Fate bollire la marmellata con 100 gr di acqua lasciatela raffreddare e poi frullatela ottenendo una salsa. Sformate i semifreddi e guarniteli con la salsa e le ciliegie rimaste.
Vi dicevo che secondo me nella ricetta c’era un eccesso di latte, perché, così il composto latte cioccolato viene troppo liquido: anche aggiungendo i due ingredienti montati non si rassoda abbastanza. Poi il latte in freezer ghiaccia rendendo troppo dura la parte inferiore del semifreddo rispetto alla superiore. Quindi 70/80 gr di latte sono senz’altro sufficienti.
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La ricetta originale prevedeva le ciliegie, ma io avevo dei lamponi bellissimi e freschi e così ho usato quelli. Al posto del maraschino (o del kirsch) ho messo del Cointreau : il leggero profumo di arancia si sposa bene, a mio gusto, con i lamponi. Voi, se preferite le ciliegie, basta che sostituiate la parola ciliegie a lamponi ed il gioco è fatto : ho lasciato infatti invariate le quantità e i tempi di cottura. Naturalmente sarete più attenti nel mescolare i lamponi, perché più delicati.  E' comunque buonissimo e versatile, basti dirvi che in una versione ho addirittura utilizzato delle fragole, mettendo al posto della normale confettura quella di fragole della Ferber che vi ho descritta!
Buona giornata
Dani